Il nome della tribù deriva dal un suo genere-tipo (Carduus) il cui nome in latino significa “cardo”
che a sua volta potrebbe derivare da una parola greca il cui significato si avvicina al nostro vocabolo “rapare”;
ma altre ricerche farebbero derivare da un'altra radice, sempre greca, “ardis” (= “punta dello strale”), alludendo ovviamente alla spinosità delle piante di questo genere.
Il nome scientifico della sottotribù è stato definito per la prima volta dal conte Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781 –1832), botanico e naturalista francese,
nella pubblicazione "Journal de Physique, de Chemie, d'Histoire Naturelle et des Arts - 88: 155-157" del 1819.
Le specie di questa tribù sono piante erbacee annuali o perenni, meno spesso sono arbusti o alberi. A
lcune specie sono monocapiche. Nelle radici sono presenti dei condotti resinosi, meno frequenti nelle parti aeree.
Sono presenti anche cellule latticifere (ma non in tutte le parti aeree)
Le foglie lungo il caule sono a disposizione alternata. Quelle basali spesso possono formano delle rosette.
La forma delle lamine è varia: intera o segmentata con perimetro più o meno lanceolato e bordi che possono essere interi, dentati o spinosi.
Le infiorescenze sono composte da capolini sia scaposi-solitari, o raccolti in formazioni corimbose o di altro tipo,
più raramente possono essere raggruppati in 2º o 3º ordine (genere Echinops)[7]. I capolini sono formati da un involucro a forma più o meno cilindrica (o campanulata)
composto da brattee (o squame) disposte su più serie all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti tubulosi.
Le brattee possono essere sia spinose che prive di spine, a consistenza fogliacea oppure membranosa con bordi variamente fimbriati, lacerati o pettinati.
Il ricettacolo può essere ricoperto di pula (sostanza farinosa superficiale), o più spesso è setoloso, raramente è nudo (Onopordum, Myopordum, Russowia e altri generi).